Risposta al danno fisico o esperienza di vita?
La IASP (international association for the study of pain) definisce il dolore così: il dolore è “una spiacevole ESPERIENZA sensoriale ed emozionale, associata ad un danno tissutale REALE o POTENZIALE, o descritta in termini di tale danno” (1994).
Nel 2018, la IASP ha intrapreso un’opera di revisione di questa definizione, aggiungendo 6 punti per definire meglio la complessità del dolore
– Il dolore è sempre un’esperienza personale influenzata a vari livelli da fattori biologici, psicologici e sociali.
– Il dolore e la nocicezione sono fenomeni diversi. Il dolore non può essere dedotto solamente dall’attività neurosensoriale.
– Le persone apprendono il concetto di dolore attraverso le proprie esperienze di vita.
– Il racconto dell’esperienza di una persona descritta come dolorosa dovrebbe essere rispettato.
– Sebbene il dolore abbia solitamente un ruolo adattativo, può avere effetti negativi sulla funzionalità e il benessere sociale e psicologico.
– La descrizione verbale è solo uno dei numerosi comportamenti messi in atto per esprimere il dolore; l’incapacità di comunicare non nega la possibilità che un essere umano o un animale provi dolore.
Quindi il dolore è un sintomo? No, non è solo un segnale che ci avvisa che qualcosa non va nel nostro corpo per proteggere i tessuti, ma è un’esperienza, una risposta complessa nella quale precedenti esperienze, educazione, contesto, aspettative, motivazione e credenze sono fattori altrettanto importanti dell’intensità dello stimolo in entrata.

Lorimer Moseley, fisoterapista e professore in neuroscienze, nonché uno dei massimi esperti mondiali in campo di dolore, nel 2000 riporta che: “Il dolore è una RISPOSTA che genera il cervello per proteggerci quando avverte una minaccia per il tessuto; l’entità della risposta è legata soprattutto alla percezione della minaccia”, ribadendo quindi che il concetto di pericolo è fondamentale per il nostro cervello e non è necessariamente legato ad un danno reale dei tessuti.
Nel dolore acuto la risposta dolore è quasi sempre conseguente ad una lesione, mentre nel dolore cronico l’entità del dolore è più collegata alla percezione di pericolo piuttosto che all’entità del danno.
Bibliografia
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